Halloween Cult, Splatters – Gli schizzacervelli: recensione e tutto quello che c’è da sapere sulla folle commedia horror di Peter Jackson
Recensione per Halloween e tutto quello che c’è da sapere su “Braindead”, la zombie-comedy di culto del regista Peter Jackson con Timothy Balme, Elizabeth Moody e Diana Peñalver.
Halloween è alle porte e per celebrare degnamente la “notte delle streghe” vi proponiamo di rispolverare con noi alcuni cult horror che hanno fatto la storia del genere. Proseguiamo questo viaggio sul viale dei ricordi con Splatters – Gli schizzacervelli di Peter Jackson una folle commedia horror del 1992 che trasforma in filone “zombie” in un grottesco e spassoso carosello di mostri, sangue e interiora.
Splatters – La recensione del film
Prima degli Oscar per Il signore degli anelli, il regista neozelandese Peter Jackson ha trascorso la sua gioventù formandosi artisticamente negli anni ottanta. Parliamo degli anni dello “splatter” e delle commedie horror nerissime, in cui si sono formati registi come Sam Raimi che con il suo Evil Dead ha conquistato/terrorizzato/galvanizzato un’intera generazione. Jackson dopo un paio di sperimentazioni, l’horror Fuori di testa che raccontava l’invasione di alieni antropofagi e Meet the Feebles, una sorta di versione oscura e contorta dei Muppet, riesce ad ottenere un vero e proprio budget di tre milioni di dollari e decide di lanciarsi e realizzare la sua prima pellicola degna di questo nome.
Dead Alive come è noto in patria, Braindead il titolo utilizzato per il mercato nordamericano e l’italiano Splatters – Gli schizzacervelli, prende il via come un film d’avventura alla Indiana Jones in cui Jackson omaggia il suo amato King Kong portandoci nella sua natia Skull Island. Qui viene rinvenuta catturata la terrificante scimmia-ratto, un incrocio nato da un’improbabile “ratto delle bertucce” e il cui morso o graffio altamente contagiosi trasformano le vittime in famelici zombie. La scimmia-ratto dopo varie vicissitudini, incluso lo smembramento di un membro spedizione, finisce su un aereo per poi approdare allo zoo di Wellington in Nuova Zelanda.
Il film comincia con una tenera storia d’amore tra la graziosa e vivace Paquita María Sánchez (Diana Peñalver) e il goffo Lionel (Timothy Balme), Una storia che nasce all’ombra della possessiva e manipolatrice madre di lui, Vera (Elizabeth Moody) che durante una visita allo zoo, dove stava pedinando la coppia d’innamorati, finisce morsa dalla scimmia-ratto, diventando il “paziente zero” di una epidemia di morti viventi. Epidemia in crescendo che Lionel cercherà di nascondere nella sua cantina, dove ospiterà gli zombie accudendoli, sfamandoli e drogandoli, cosa mai potrà andare storto?
Il film di Peter Jackson è il non plus ultra degli effetti partici e del make-up speciale applicato all’horror e allo splatter. A parte l’utilizzo della stop-motion per le creature del film come la scimmia-ratto, che ricorda il Crumb di Star Wars, la scimmia-lucertola kowakiana alla corte di Jabba the Hutt, e il “bambino” deforme che sembra una versione da incubi degli iconici Sgorbions. Quello che viene creato dal duo Bob McCarron & Richard Taylor e sia una gioia per gli occhi che un oltraggioso e purulento carosello fatto di sangue ad ettolitri, liquidi organici vari e parti smembrate con una fantasia degna di un serial killer con aspirazioni artistiche, che convergono in un finale che è una vera e propria ode allo smembramento.
Il finale, che fornisce un nuovo significato al termine “grandguignolesco” è qualcosa di inarrivabile, tanto è grottesco con un balletto di parti umane separate dal corpo che prendono vita propria e una “esplosione” di interiora che rendono quest’orgia splatter una irresistibile “baracconata” in cui si ride e si prova disgusto con pari enfasi. Di fronte alla quale ci si trova incapaci di discernere una debolezza per il “cattivo gusto” dal “disgusto” vero e proprio, ipnotizzati dal fascino catartico di questo folle cartone animato da incubo.
Curiosità
- All’uscita iniziale nel suo territorio d’origine, la Nuova Zelanda, questo film ha guadagnato più di Batman – Il ritorno (1992).
- Nella scena finale del film sono stati utilizzati 300 litri di sangue finto.
- Il BBFC ha adorato il film e ha trovato il sangue così comico e inoffensivo che ha seriamente preso in considerazione l’idea di assegnargli un certificato “15”. Alla fine ha stabilito che la grande quantità di sangue avrebbe deluso le aspettative a “15” e quindi lo ha classificato “18”.
- Si dice che il film sia il più sanguinoso di tutti i tempi (misurato in quantità di sangue del film utilizzato durante la produzione).
- Il noleggio in Svezia (e probabilmente anche in altri paesi) è stato accompagnato da sacchetti per il vomito.
- Durante la scena del tosaerba, il sangue del film è stato pompato a 19 litri al secondo. Timothy Balme (Lionel) ha detto che quella scena è stata girata a dicembre. Il clima era così freddo che il sangue finto si è congelato e indurito sui suoi vestiti.
- Il film è stato completato in 11 settimane e al di sotto del budget di 3 milioni di dollari neozelandesi con una rimanenza di 45.000 dollari. Sir Peter Jackson li ha usati per trascorrere due giorni a girare la scena del parco con Lionel e il piccolo Selwyn. Jackson ha aggiunto che è la sua scena preferita.
- Peter Jackson ha reso omaggio a questo film nella sua versione di “King Kong”: durante una scena in barca, si può vedere una cassa con le parole “Sumatran Rat Monkey” chiaramente mostrate sul lato.
- Il nome del cane è Fernando, in omaggio al regista Fernando Trueba, perché è stato in uno dei suoi film che Sir Peter Jackson ha visto per la prima volta Diana Peñalver.
- Sir Peter Jackson è un noto appassionato della versione originale di King Kong (1933). All’inizio di “Splatters”, il funzionario dello zoo della Nuova Zelanda sta rubando la scimmia ratto da Skull Island. Questo è il cenno di Jackson al più famoso residente di Skull Island, King Kong. Jackson sarebbe “tornato” a Skull Island per il suo remake del 2005 di King Kong.
- La versione originale inizia con una stampa perfetta di un inno nazionale degli anni ’50 che mostra filmati di Sua Maestà la Regina sullo sfondo della bandiera della Nuova Zelanda. Ingegnosamente, questo non dà alcuna indicazione di cosa seguirà. Come ulteriore segno di rispetto verso Sua Maestà, durante la baldoria di sangue finale, Lionel gira il suo ritratto verso il muro per evitare che venga schizzato di sangue.
- Il simbolo di Lionel nel mazzo di carte dei tarocchi è un cavaliere con l’armatura nera. Quando incontra per la prima volta Paquita, cerca di acquistare della liquirizia del cavaliere nero.
- Le carte dei tarocchi nel film provengono dal mazzo Thoth di Aleister Crowley, ma due carte, la Stella e il Principe di Coppe, sono diverse da quelle presenti nel mazzo e probabilmente sono state preparate appositamente per il film.
- Lo zio Les viene colpito all’inguine cinque volte durante l’atto finale del film.
- Un altro collegamento con King Kong: l’attore Forrest J. Ackerman (il ragazzo che scatta la foto della madre di Lionel che schiaccia la testa della scimmia ratto) è una “comparsa in fuga dalla folla” non accreditata nella versione del 1976 di King Kong.
- Il personaggio di Diana Peñalver prende il nome dalla nonna dell’attrice, Paquita María Sánchez.
- Il famoso segugio del gore Eli Roth una volta disse che “Splatters” era uno dei film, se non l’unico, che in realtà placava la sua sete di sangue.
- Il titolo ungherese significa “Cool!”. In Ungheria questa parola è composta dall’aggiunta di due parole (Dead e Good).
- Dopo essere uscito in home video, la versione non tagliata (di 104 minuti) fu presto vietata in Ontario e nella Columbia Britannica, Canada, e fu disponibile solo la versione con classificazione R (90 minuti).
- In Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno, quando Tintin incontra il capitano Haddock, Haddock chiama Snowy il ratto gigante di Sumatra, un chiaro cenno a “Splatters”. Jackson ha prodotto Le avventure di Tintin.
- David Arnell è accreditato come “misc crew”, in realtà era produttore esecutivo per gli Avalon NFU NZ Studios che hanno fornito finanziamenti sostanziali per “Splatters” attraverso numerose strutture dello studio che ne hanno permesso la realizzazione
- La produzione è finita nei guai con il consiglio locale per aver pompato sangue finto dal finale nel fiume Hutt. I residenti hanno notato la contaminazione rossa che scorreva vicino agli Avalon Studios dove è stato girato il film e hanno avvisato le autorità temendo che ci fosse stato un “massacro”.
- Il film è stato girato in 16mm anziché in 35mm, perché Peter Jackson voleva che i soldi venissero spesi per gli effetti speciali.
- Il trailer statunitense è narrato da Percy Rodrigues (Dawson nella serie tv “Dinasty” e apparso nel film horror “Benedizione mortale” di Wes Craven).
- Il titolo spagnolo del film (“Tu madre se ha comido a mi perro”) si traduce letteralmente in “Tua madre ha mangiato il mio cane”, una battuta pronunciata da Paquita (l’attrice spagnola Diana Peñalver) nel film.
- Forrest J. Ackerman, scrittore di fantascienza e agente di autori del calibro di Ray Bradbury, Isaac Asimov e L. Ron Hubbard, appare nel film in un cameo: è il turista allo zoo che scatta una foto della madre di Lionel che schiaccia la testa della scimmia ratto con la sua scarpa.
- Il regista Peter Jackson appare nel film in un cameo: è l’assistente dell’impresario di pompe funebri, un personaggio molto simile al suo personaggio Derek di Fuori di testa (1987). Ha lo stesso taglio di capelli e gli stessi occhiali, fa lo stesso, strano sorriso e il suo personaggio si comporta in modo molto simile.
Splatters – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore Peter Dasent (CubbyHouse, Voodoo Lagoon, Channelling Baby, Immortal), qui alla sua seconda collaborazione con il regista Peter Jackson dopo aver musicato Meet the Feebles (1989). Dasent successivamente musicherà per Jackson anche Creature dal cielo (1994)
- Altri brani inclusi nella colonna sonora: The Stars and Moon di Kate Swadling / 29 Steps e Heat of My Thoughts di Tony Backhouse / Sun and Steel degli Iron Maiden / Barwick Green (Theme from The Archers) composta da Arthur Wood / Maori Battalion eseguita dal Maori Battalion / Twisted Mass of Burnt Decay degli Autopsy.
1. The Stars And Moon – Kate Swadling 3:27
2 Sumatra 1957 3:20
3 Brain Dead Theme 2:31
4 Grandmother’s Kitchen 1:54
5 At The Zoo 1:54
6 The Throb 1:50
7 Uncle Heinrich 0:52
8 Funeral Suite 4:33
9 A Walk In The Park 2:37
10 Heat Of My Thoughts – Tony Backhouse 3:05
11 The Death Of Mum 1:32
12 29 Steps To My Baby’s Door (But I Lose Count At 24) – Fane Flaws
2:21
13 Void’s Got Guts 1:37
14 Uncle Les Loses The Plot 2:10
15 Zombie Romance 1:10
16 The Masport Waltz 0:53
17 “Come To Mummy, Lionel” 1:00
18 The Hero Gets The Girl 2:19
19 The Stars And Moon (Extended Version) 4:05
La colonna sonora di “Splatters – Gli schizzacervelli” è disponibile QUI.